RABARBARO-(RHEUM PALMATUM)

RABARBARO-(RHEUM PALMATUM)
  • Commerciante: Antonetti Stefano
  • Catalogo rivenditori nr.: VASO 14
Prodotto nr.: 47
Prezzo IVA esclusa: € 2,73
Prezzo (iva inclusa): € 3,00
Disponibilità: In deposito
Nr. oggetti in deposito: 28

CARATTERISTICHE  BOTANICHE

Il Rabarbaro è una pianta erbacea perenne rustica della famiglia delle Polygonaceae. Ha un fusto eretto, rigido, cavo, di color rosso contenente molto succo. Le foglie sono caduche, alterne, di grosse dimensioni, provviste di un lungo picciolo carnoso, di forma tondeggiante, di colore verde brillante. In estate sulla cima di steli eretti si aprono le pannocchie di fiori giallastri, verdastri o rosso vivo. Può raggiungere l'altezza di oltre 2 metri.

 

COLTIVAZIONE

Il terreno di coltivazione deve essere sciolto, leggero e lavorato in profondità per favorire la crescita dei rizomi. Ha bisogno di molta acqua e buone concimate autunnali. Non teme le gelate e vanno piantare sia all'ombra o mezza ombra.   

 

RACCOLTA E CONSERVAZIONE

Le coste sono l'unica parte commestibile, dal sapore amarognolo. Le foglie possono essere tossiche. Le coste del Rabarbaro vanno conservate lontano dalle fonti di calore e dall'aria. Avvolte in sacchetti di carta bucati, si conservano a lungo ma dopo 10 giorni il loro gusto amarognolo aumenta. Le radici, tagliate a pezzi, si fanno essiccare.

 

USO IN CUCINA

Il Rabarbaro è un ingrediente prezioso per preparare ottime confetture, far esaltare i sapori di alcuni piatti salati o si può candire. È un alimento versatile e utile per bilanciare i sapori.

 

PROPRIETÀ TERAPEUTICHE

I gambi crudi contengono vitamina C, calcio e sono ricchi di potassio. Il Rabarbaro ha poteri curativi, agisce come stimolante dell'appetito, ha proprietà digestive e, a dosi più elevate, esercita una funzione purgativa.

 

CURIOSITÀ

Il Rabarbaro è una pianta antica, pare venisse coltivata in Asia già 2700 anni prima della nascita di Cristo. Solo 250 anni or sono gli Inglesi scoprirono che il Rabarbaro era anche commestibile. Casi di avvelenamento davanti al consumo di foglie cotte "a mò di spinaci" sono stati segnalati in casi di malattie renali.